La fecondità della Chiesa è la stessa di Maria
Estratto dell'omelia di Leone XIV per la festa di Maria, Madre della Chiesa, 9 giugno 2025
La maternità di Maria attraverso il mistero della Croce ha fatto un salto impensabile: la madre di Gesù è diventata la nuova Eva, perché il Figlio l’ha associata alla sua morte redentrice, fonte di vita nuova ed eterna per ogni uomo che viene a questo mondo. Il tema della fecondità è ben presente in questa liturgia. L’Orazione « colletta » lo ha messo subito in luce facendoci chiedere al Padre che la Chiesa, sorretta dall’amore di Cristo, « sia sempre più feconda nello Spirito ».
La fecondità della Chiesa è la stessa fecondità di Maria; e si realizza nell’esistenza dei suoi membri nella misura in cui essi rivivono, “in piccolo”, ciò che ha vissuto la Madre, cioè amano secondo l’amore di Gesù. Tutta la fecondità della Chiesa e della Santa Sede dipende dalla Croce di Cristo. Altrimenti è apparenza, se non peggio.
Un grande teologo contemporaneo ha scritto :
« Se la Chiesa è l’albero cresciuto dal piccolo granello di senapa della croce, quest’albero è destinato a produrre a sua volta granelli di senapa, e quindi frutti che ripetono la forma della croce, perché proprio alla croce devono la loro esistenza »
(H.U. von Balthasar, Cordula ovverosia il caso serio, Brescia 1969, 45-46).
Nella Colletta abbiamo chiesto anche che la Chiesa « esulti per la santità dei suoi figli ». In effetti, questa fecondità di Maria e della Chiesa è inseparabilmente legata alla sua santità, cioè alla sua conformazione a Cristo. La Santa Sede è santa come lo è la Chiesa, nel suo nucleo originario, nella fibra di cui è intessuta. Così la Sede Apostolica custodisce la santità delle sue radici mentre ne è custodita. Ma non è meno vero che essa vive anche nella santità di ciascuno dei suoi membri. Perciò il modo migliore di servire la Santa Sede è cercare di essere santi, ciascuno di noi secondo il suo stato di vita e il compito che gli è stato affidato. […]
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La frase :
« Tutte le opere messe insieme non equivalgono al sacrificio della messa, perché sono opere degli uomini, e la santa messa è opera di Dio. »
Il santo curato d'Ars
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