Per vivere pienamente l’anno giubilare 2025
« La testimonianza più convincente della speranza ci è offerta dai martiri ».
Perché, nella Bolla di indizione del Giubileo, il defunto Papa Francesco ha affermato che il martirio è la testimonianza più convincente della speranza ?
Papa Francesco ha affermato che i martiri sono rimasti « saldi nella fede in Cristo risorto, hanno saputo rinunciare alla vita stessa di quaggiù pur di non tradire il loro Signore » (n°20). In effetti, la speranza della vita eterna con Nostro Signore deve essere più forte del desiderio di conservare la propria vita fisica quaggiù.Poco prima, nella Bolla di indizione, il Papa ricorda che « La speranza, insieme alla fede e alla carità, forma il trittico delle “virtù teologali”, che esprimono l’essenza della vita cristiana. » E tra queste tre, la speranza « indica la direzione e lo scopo dell'esistenza del credente » (n°18). Così, accettare di perdere la propria vita per rimanere fedeli alla propria fede in Cristo è la testimonianza più convincente della speranza, cioè della nostra fede nella vita eterna.
Perché, durante l’Anno Santo del 2000, San Giovanni Paolo II volle che fossero raccolte e diffuse le testimonianze dei martiri del XX secolo ?
Il santo Papa volle così per dimostrare al mondo che i martiri non sono testimoni di un passato lontano, soprattutto dei primi secoli dell’era cristiana. In effetti, ci sono stati dei martiri in ogni epoca e il ventesimo secolo è stato il secolo più ricco di martiri. Ci sono stati più cristiani, cattolici, protestanti o di altre confessioni cristiane, che hanno sacrificato la loro vita nel XX secolo che in tutti i secoli precedenti messi insieme.
Perché è importante per noi cattolici conoscere i martiri di altre confessioni cristiane ?
Questo è importante, perché la loro testimonianza fino alla morte ci richiama al loro amore per Gesù e ci fa scoprire che molti altri cristiani hanno sofferto e soffrono ancora per il nome di Gesù. Tutto questo può interpellarci nella nostra fede e nel nostro proprio amore per Cristo.
In che modo possono questi numerosi martiri aiutare il dialogo ecumenico ?
Papa Francesco, nella sua Bolla di indizione, ha evidenziato che tutti questi martiri possono essere « semi di unità perché esprimono l’ecumenismo del sangue » (n°20). Già San Giovanni Paolo II, al termine dell'Anno giubilare 2000, aveva espresso questa unità dei cristiani resa possibile dal sangue dei martiri. Infatti, ricordando la famosa espressione di Tertulliano: « Il sangue dei martiri è seme di cristiani », il santo papa aveva ricordato la fecondità del martirio e l'urgenza dell'impegno ecumenico perché, ha detto : « Il Grande Giubileo ci ha reso più consapevoli della Chiesa come mistero di unità: io credo nella Chiesa una ». Inoltre, durante la grande Via Crucis del Venerdì Santo 1994, disse ancora: « L'ecumenismo dei santi, dei martiri, è forse il più convincente. La voce della communio sanctorum è più forte di quella dei fautori di divisione. »
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