La marchesa de La Rochejaquelein
Vedova di Lescure, il "santo del Poitou"
« La giornata è limpida? " chiese Louis-Marie de Lescure alla sua giovane moglie.
- Sì, rispose lei.
- Ho come un velo davanti agli occhi. Ho sempre creduto che la mia ferita fosse mortale, ora non ho più dubbi. Cara amica, sto per lasciarti, questo è il mio unico rimpianto. Solo il tuo dolore mi fa rimpiangere la vita; per quanto mi riguarda, muoio sereno. Ho sempre servito Dio con devozione; ho combattuto e muoio per lui; spero nella sua misericordia. » Il racconto continua: «Il suo volto era sereno; sembrava che fosse già in cielo. »
Nessuna storia potrà mai riprodurre la vita - allo stesso tempo così esaltante e così drammatica - di questa coppia nel tumulto delle guerre della Vandea. Questo racconto è stato fedelmente riportato dalla marchesa de La Rochejaquelein, moglie poi vedova di Louis-Marie de Lescure. La marchesa raccontò con dovizia di particolari e precisione le terribili ore del dramma della Vandea che si svolse negli anni successivi alla Rivoluzione francese. La sua opera, Les mémoires de la marquise de la Rochejaquelein, è un riferimento fondamentale per comprendere meglio la storia delle guerre della Vandea dall'interno. Era infatti la moglie di Lescure, generale dell'esercito cattolico e reale, e seguì l'esercito nei suoi momenti di gloria e in quelli di tumulto della Virée de Galerne [N.d.T. da Wikipedia: La "Virée de Galerne", dal francese "Giro verso ponente", è una campagna militare della Guerra di Vandea che si è svolta nel Maine e Loira, in Bretagna ed in Normandia]. Spiega ai suoi figli il suo modo di procedere: « Mi sono limitata a riportare, con assoluta verità, tutto ciò che conservo nella memoria e secondo le impressioni che ne ho ricevuto nel tempo. »
La marchesa Victoire de Donnissan nacque a Versailles nel 1772. Rifugiatasi nel Médoc allo scoppio della Rivoluzione francese, nel 1791 sposò Louis-Marie de Lescure (a lato). Nel 1792, per sfuggire alla furia rivoluzionaria, si rifugiarono nella campagna della Vandea, presso il castello di Clisson, vicino a Bressuire. È là che le loro vite si intrecciano con la storia delle guerre di Vandea. Quando la Vandea insorse in un movimento spontaneo dopo alcune persecuzioni contro i suoi sacerdoti e la religione cattolica, si sollevò in massa. E i suoi contadini, più abili nel maneggiare la falce che il fucile, andarono a cercare dai loro signori l'aiuto della loro tattica e della loro esperienza di guerra. Lescure divenne generale dell'esercito cattolico e reale, proprio come suo cugino, Henri de la Rochejaquelein. Combatterono numerose battaglie e ottennero diverse vittorie. Gravemente ferito nella seconda battaglia di Cholet, Lescure seguì i vandeani che fuggivano dinanzi alla prospettiva di massacri da parte dei repubblicani. L'attraversamento della Loira a Saint-Florent-le-Vieil segna l'ultima tappa dell'Armata vandeana. La marchesa segue la sfortunata avventura della Virée de Galerne, con la perdita del marito, l'esaurimento morale e fisico del resto dell'esercito, fino alla suo annientamento a Savenay.
Dopo tutti questi avvenimenti, nel 1801, la marchesa di Lescure sposò in seconde nozze Louis de la Rochejaquelein, fratello di Henri. Conclude così le sue memorie: « Mi sembrava che sposandolo mi legassi ancora di più alla Vandea, unendo due nomi che non dovevano separarsi. »