La speranza nel dono della vita
La Bolla di indizione del Giubileo : una visione piena di entusiasmo !
Nella Bolla di indizione del Giubileo, Papa Francesco dice che la speranza genera « una visione della vita carica di entusiasmo ». Come spiegarlo ?
Semplicemente con le parole di San Paolo ai Romani, riprese nei primi numeri della bolla di indizione :
« Giustificati dunque per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio. (...) La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (…) Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? (…) Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati (…) Niente potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore ».
Il Papa sottolinea che quando manca questa visione positiva della vita, che nasce dalla speranza, « la prima conseguenza è la perdita del desiderio di trasmettere la vita ». In che modo il desiderio di trasmettere la vita è legato alla virtù della speranza ?
Iniziamo ricordando ciò che la Bolla di indizione ci dice sul calo della natalità :
« A causa dei ritmi di vita frenetici, dei timori riguardo al futuro, della mancanza di garanzie lavorative e tutele sociali adeguate, di modelli sociali in cui a dettare l’agenda è la ricerca del profitto anziché la cura delle relazioni, si assiste in vari Paesi a un preoccupante calo della natalità. Al contrario, in altri contesti, “incolpare l’incremento demografico e non il consumismo estremo e selettivo di alcuni, è un modo per non affrontare i problemi”. (Laudato Si, n° 50) »
E abbiamo a cuore di far conoscere attorno a noi la bellezza del Progetto di Dio Creatore :
« L’apertura alla vita con una maternità e paternità responsabile è il progetto che il Creatore ha inscritto nel cuore e nel corpo degli uomini e delle donne, una missione che il Signore affida agli sposi e al loro amore. (…) il desiderio dei giovani di generare nuovi figli e figlie, come frutto della fecondità del loro amore, dà futuro ad ogni società ed è questione di speranza: dipende dalla speranza e genera speranza. »
Qual è il giusto posto delle autorità civili e religiose nel dono della vita ?
Se è chiaro che i genitori sono i primi responsabili della trasmissione della vita, « il desiderio dei giovani di generare nuovi figli e figlie, come frutto della fecondità del loro amore, dà futuro ad ogni società (…) È urgente che, oltre all’impegno legislativo degli Stati, non venga a mancare il sostegno convinto delle comunità credenti e dell’intera comunità civile in tutte le sue componenti (…) La comunità cristiana perciò non può essere seconda a nessuno nel sostenere la necessità di un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di tanti bambini e bambine che vengano a riempire le ormai troppe culle vuote in molte parti del mondo. »
Come può la speranza, molto concretamente, coltivare in ciascuno di noi la gioia di vivere ?
Prendiamo anzitutto sul serio queste righe della bolla di indizione :
« Ma tutti, in realtà, hanno bisogno di recuperare la gioia di vivere, perché l’essere umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, non può accontentarsi di sopravvivere o vivacchiare, di adeguarsi al presente lasciandosi soddisfare da realtà soltanto materiali. Ciò rinchiude nell’individualismo e corrode la speranza, generando una tristezza che si annida nel cuore, rendendo acidi e insofferenti. »
Allora non abbiamo paura di mettere in pratica quello che ci dice al n° 25 : « L’immagine dell’ancora è suggestiva per comprendere la stabilità e la sicurezza che, in mezzo alle acque agitate della vita, possediamo se ci affidiamo al Signore Gesù. Le tempeste non potranno mai avere la meglio, perché siamo ancorati alla speranza della grazia, capace di farci vivere in Cristo superando il peccato, la paura e la morte. Questa speranza, ben più grande delle soddisfazioni di ogni giorno e dei miglioramenti delle condizioni di vita, ci trasporta al di là delle prove e ci esorta a camminare senza perdere di vista la grandezza della meta alla quale siamo chiamati, il Cielo. »