In Altum

Madonna delle Nevi, plasma il nostro cuore a immagine del tuo.

Il rinnovamento della Chiesa

Pubblicato nella sezione (In Altum n° 170)

Le risposte del santo papa Paolo VI

Quali cambiamenti nella Chiesa ?
« Vi sono molte cose che possono essere corrette e modificate nella vita cattolica, molte dottrine che possono essere approfondite, integrate ed esposte in termini meglio comprensibili, molte norme che possono essere semplificate e meglio adattate ai bisogni del nostro tempo; ma due cose specialmente non possono essere messe in discussione: le verità della fede, autorevolmente sancite dalla tradizione e dal magistero ecclesiastico, e le leggi costituzionali della Chiesa, con la conseguente obbedienza al ministero di governo pastorale, che Cristo ha stabilito e che la saggezza della Chiesa ha sviluppato ed esteso nelle varie membra del corpo mistico e visibile della Chiesa medesima, a guida ed a conforto della multiforme compagine del Popolo di Dio.

Perciò: rinnovamento, sì; cambiamento arbitrario, no. Storia sempre viva e nuova della Chiesa, sì; storicismo dissolvitore dell’impegno dogmatico tradizionale, no; integrazione teologica secondo gli insegnamenti del Concilio, sì; teologia conforme a libere teorie soggettive, spesso mutuate a fonti avversarie, no; Chiesa aperta alla carità ecumenica, al dialogo responsabile, e al riconoscimento dei valori cristiani presso i fratelli separati, si; irenismo rinunciatario alle verità della fede, ovvero proclive ad uniformarsi a certi principii negativi, che hanno favorito il distacco di tanti fratelli cristiani dal centro dell’unità della comunione cattolica, no » (Udienza generale, 25 aprile 1968)

La natura di un vero rinnovamento ?
« specialmente s’è parlato e si parla delle “strutture” della Chiesa, con intenzioni non sempre consapevoli delle ragioni che le giustificano e dei pericoli che deriverebbero dalla loro alterazione o dalla loro demolizione. È da notare che l’interesse per il rinnovamento è stato da molti rivolto alla trasformazione esteriore e impersonale dell’edificio ecclesiastico, e all’accettazione delle forme e dello spirito della Riforma protestante, piuttosto che a quel rinnovamento primo e principale che il Concilio voleva, quello morale, quello personale, quello interiore; quello cioè che deve ringiovanire la Chiesa nella coscienza del suo mistero, della sua adesione a Cristo, della sua animazione per virtù dello Spirito Santo, della sua compagine fraterna e gerarchica, della sua missione nel mondo, della sua ultraterrena finalità che la rende pellegrina, povera e buona nel suo passaggio nel corso del tempo. »

“Ogni rinnovamento della Chiesa - dice sapientemente il Decreto conciliare sull’ecumenismo (n. 6) - consiste essenzialmente nell’accresciuta fedeltà alla sua vocazione.” » (Udienza generale, 15 gennaio 1969)

L'unica novità !
« La questione del “nuovo” nella vita cattolica è estremamente complessa. Limitiamoci ad un solo rilievo, che è questo: il nuovo non può essere nella Chiesa prodotto da una rottura con la tradizione. La mentalità rivoluzionaria è parecchio entrata anche nella mentalità di tanti cristiani, di buoni cristiani. La rottura a noi concessa è quella della conversione, la rottura col peccato, non col patrimonio di fede e di vita, di cui siamo eredi responsabili e fortunati. Le innovazioni necessarie ed opportune, alle quali dobbiamo aspirare, non possono venire da un distacco arbitrario dalla viva radice, che ci ha trasmesso Cristo dal momento in cui è apparso nel mondo ed ha fatto della Chiesa “segno e strumento” della validità della nostra unione con Dio (Lumen Gentium, n. 1).

Anzi la novità per noi consiste essenzialmente, di solito, proprio in un ritorno alla tradizione genuina e alla sua sorgente, ch’è il Vangelo. “Il rinnovamento della vita religiosa ... comporta ... il continuo ritorno alle fonti”, insegna il Concilio (Perfectae caritatis, n. 2); e ciò che esso insegna per i Religiosi vale in genere per tutto il Popolo di Dio.

Chi sostituisce la propria esperienza spirituale, il proprio sentimento di fede soggettiva, la propria personale interpretazione della Parola di Dio produce certamente una novità, ma è una rovina. Così chi disprezza la storia della Chiesa, in ciò che ha di ministero carismatico per la tutela e la trasmissione della dottrina e del costume cristiano, può creare novità attraenti, ma che difettano di virtù vitale e salvifica: la nostra religione, che è la verità, che è la realtà divina nella storia dell’uomo, non si inventa, e nemmeno, propriamente parlando, si scopre; la si riceve, e per antica che sia è sempre viva, sempre nuova; perenne cioè, e sempre atta a fiorire in nuove e genuine espressioni. » (Udienza generale, 2 luglio 1969)

Crediti fotografici : © Lothar Wolleh, CC BY-SA 3.0, Wikimédia Commons

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