In Altum

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Santa Cecilia di Roma (2/2)

Pubblicato nella sezione (In Altum n° 158)

Essere in armonia con Dio (2/2)

 

Poco dopo Valeriano, suo marito, Cecilia fu arrestata e portata davanti al prefetto per aver seppellito i corpi di suo marito e di Tiburzio. Non aveva altra scelta che adorare gli dei pagani o la morte. Dopo una gloriosa professione di fede, fu condannata a morire.

Dopo molte sofferenze, ne fu ordinata la decapitazione. Alla vista della santa, il soldato incaricato perse coraggio e, tremando, la colpì tre volte, ma invano. La legge romana proibiva il quarto colpo, così fu lasciata a terra nel suo stesso sangue. Dopo tre giorni, Cecilia morì il 22 novembre dell’anno 230. Fu sepolta nelle catacombe di San Callisto, nell'esatta posizione in cui spirò, con le dita tese che mostravano l'uno e il tre (la Trinità) e, ai suoi piedi, i panni che avevano asciugato le sue ferite.

Nell'817, Papa Pasquale I iniziò a trasferire migliaia di resti dalle catacombe in rovina in luoghi più sicuri, al riparo dagli invasori. Ma le reliquie di Cecilia rimasero introvabili. Una mattina dell'anno 822, mentre celebrava a Roma, Cecilia gli apparve, rivelandogli l'ubicazione del sepolcro, che fu scoperto nelle catacombe lo stesso giorno. Nella bara di cipresso c'era Cecilia, vestita con un abito di tessuto dorato, con dei panni di lino intrisi di sangue ai suoi piedi. Furono rinvenute anche le tombe di Valeriano, Tiburzio e Massimo. Il Papa fece collocare Cecilia nella bara nella stessa posizione in cui era stata ritrovata. Questa fu poi posta in un sarcofago di marmo e trasferita sotto l'altare maggiore della chiesa di Trastevere. Valeriano e i suoi amici furono collocati in un’altra parte della chiesa.

Dopo più di ottocento anni, nel 1599, durante il regno di papa Clemente VIII, durante i lavori di rinnovamento della Chiesa di Santa Cecilia e di costruzione del suo altare maggiore, il cardinale Sfondrati aprì la tomba e trovò il sarcofago di marmo bianco contenente il corpo intatto di Cecilia, distesa sul fianco destro, con il viso rivolto verso il basso, come in un sonno profondo, con il collo che portava ancora i segni dei colpi. Il verde e l'oro del suo lussuoso abito non erano stati alterati dal tempo. Quando la sua tomba fu aperta, agli artisti fu permesso di dipingere quadri e immagini. Una famosissima statua di marmo immortala la scena (foto). Migliaia di persone ebbero il privilegio di vederla nella bara e, per circa un mese, fu esposta alla venerazione. Poi il corpo si decompose rapidamente. Ora Cecilia e Valeriano sono di nuovo riuniti per l'eternità.

Le loro reliquie, come quelle di Sant'Urbano, si trovano in una sontuosa cripta sotto l'altare maggiore della chiesa di Santa Cecilia in Trastevere, che le fu dedicata dallo Sfondrati. La cerimonia di chiusura della tomba con le reliquie in una bara d'argento si svolse alla presenza del Papa stesso e di quarantadue cardinali.

Santa Cecilia è la santa patrona di musicisti, compositori, liutai, cantanti e poeti. Possiamo chiederle la grazia di avere una vita in armonia con la nostra fede, in armonia con la vita stessa di Gesù Nostro Signore. Che la nostra vita sia un canto di lode a Dio!

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