In Altum

Madonna delle Nevi, plasma il nostro cuore a immagine del tuo.

La missione della donna

Pubblicato nella sezione (In Altum n° 157)

Secondo San Giovanni Paolo II e il Cardinale Sarah

Parlare della missione della donna rimane molto controverso. Eppure, mai come adesso abbiamo bisogno di conoscere la sua missione, profondamente inscritta nel suo stesso essere. La missione della donna concerne questioni cruciali per la sopravvivenza dell'umanità, ma soprattutto per la salvezza delle anime. Per impedire il suo influsso nel mondo, Satana però si accanisce contro la donna irretendola, facendole perdere il senso della sua vocazione e allontanandola da Maria, suo modello. Contemplare Maria nel suo mistero diventa allora il rimedio efficace per superare le incomprensioni su questa insostituibile missione. Ci baseremo sulla lettera apostolica Mulieris Dignitatem sulla dignità e la vocazione della donna, promulgata da San Giovanni Paolo II nel 1988.

Di fronte all'ideologia di genere e alla commercializzazione della donna oggetto, possiamo ancora parlare di dignità della donna ?

In Dio o niente, il card. Sarah afferma :

« Quando viaggio ai quattro angoli del mondo, mi rendo conto che il vero problema non è quello di un'illusoria uguaglianza, ma il rispetto della dignità e della libertà stesse della donna. » (p.151.)

È giunto il momento di riconoscere che, nella società odierna, la vocazione della donna ha perso tutto il suo significato!

È in un momento in cui l'umanità vive un profondo cambiamento che Maria, nel suo mistero, deve aiutare le donne a riscoprire la loro dignità. Secondo la Genesi (1,26 ss), Dio ha creato l'uomo e la donna a sua immagine e somiglianza con pari dignità, e la loro dignità è in vista della complementarità. Giovanni Paolo II sottolinea che complementarità significa « aiuto reciproco ». Questa dualità tra uomo e donna dice qualcosa su ciò che si vive tra Cristo, lo Sposo, e la sua Chiesa, la Sposa (Ef 5,21-33). Infatti, dice ancora il Papa : « Lo Sposo è colui che ama. La Sposa viene amata: è colei che riceve l’amore…» (29). È Dio che ama e dà per primo, la donna è l'amata.

È come una profezia della missione della donna che, poiché diviene al momento della creazione il ricettacolo dell'amore divino, annuncia l'amore con cui ogni uomo è amato da Dio.

La donna trae la sua dignità dall'amore che riceve da Dio, ma ancor più da ciò che Dio le chiede e si aspetta da lei. Questa vocazione all'amore trova la sua più alta espressione nella Vergine Maria, per mezzo della quale l'amore è entrato nel mondo per la salvezza delle anime. Quindi la donna non può tenere questo amore solo per sé.

Questo vuol dire che il senso della vocazione della donna sta nel dono di sé ?

Secondo Giovanni Paolo II, « la donna non può ritrovare se stessa se non donando l’amore agli altri » (30). Dall'Annunciazione, con la sua disponibilità ad accogliere il Figlio di Dio, Maria fa luce sulle disposizioni interiori del cuore di una madre che si apre alla vita di un altro.  Giovanni Paolo II afferma che « Il reciproco dono della persona nel matrimonio si apre verso il dono di una nuova vita (…).  La maternità implica sin dall'inizio una speciale apertura verso la nuova persona : e proprio questa è la «parte» della donna. »  (18).

Il mistero della Visitazione ci permette anche di approfondire il valore del dono di sé. Poiché Maria è unita a Gesù, ha allo stesso tempo un'attenzione del tutto particolare verso gli altri, qui verso Elisabetta. Ecco perché, dice ancora il Papa : « Questo modo unico di contatto col nuovo uomo che si sta formando crea, a sua volta, un atteggiamento verso l'uomo in genere  (…).  Si ritiene comunemente che la donna più dell'uomo sia capace di attenzione verso la persona concreta. » (18).

Se Dio affida l'essere umano alla donna in modo specifico, glielo affida ancor più nella sua dimensione spirituale. Questo riguarda tutte le donne. Il mistero di Maria, Sposa e Vergine, è fondamentale per comprendere la vocazione di ogni donna a diventare madre delle anime. Secondo Giovanni Paolo II :

« la Sposa unita al suo Sposo; unita, perché vive la sua vita; unita, perché partecipa della sua triplice missione [di sacerdote, profeta e re]. » (27).

Sposa di Giuseppe, Maria è innanzitutto unita a Dio, lo Sposo della sua anima. Partecipando al piano redentivo di Dio, Maria, nella sua Maternità divina, esercita un vero « sacerdozio regale » per la salvezza delle anime. Come una sposa, i battezzati sono chiamati a rispondere al dono ineffabile dell'amore di Cristo con il dono della loro vita nel sacerdozio regale... Questo mistero è grande e specifica la missione della donna, chiamata a questo più alto dono di sé.

Il Concilio Vaticano II ricorda che « nella gerarchia della santità, è proprio la donna, Maria, che (…) ci precede sulla via della santità ». Seguendo il suo esempio, le donne hanno un ruolo fondamentale nella santità del genere umano.

Parlare di sacerdozio regale dei battezzati significa che le donne possono prendere il posto dei ministri ordinati ?

Su questo punto la Chiesa è chiara! Giovanni Paolo II ha esplicitamente affermato nell'Ordinatio sacerdotalis, nel 1994, che « la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa ».

In Dal profondo del nostro cuore, anche il card. Sarah ha scritto che

« il governo della Chiesa è un servizio d'amore dello Sposo alla Sposa. Può quindi essere assunto solo da uomini identificati con Cristo Sposo e Servo ».

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La frase :

« Nell'Anno Mariano, la Chiesa desidera ringraziare la Santissima Trinità per il mistero della donna e per ogni donna,

per ciò che costituisce la dimensione eterna della sua dignità femminile. »

San Giovanni Paolo  II

Crediti fotografici : © Luca Giordano, CC BY-SA 4.0 / Wikimedia Commons 

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