In Altum

Madonna delle Nevi, plasma il nostro cuore a immagine del tuo.

Élise Rivet (1890-1945) (1/2)

Pubblicato nella sezione (In Altum n° 155)

« Un'anima rivettata al suo Signore » (1/2)

Ogni anno, il presepe di Notre Dame de Fourvière aggiunge alle tradizionali statuine quelle di cristiani che hanno lasciato un segno nella città di Lione. Tra queste possiamo vedere una suora con gli occhiali con dei bambini ebrei. Un omaggio le è riservato anche nel Museo della Resistenza, dove si apprende che morì a Ravensbrück nel 1945, che pochi mesi dopo fu insignita della Croce di Guerra con stella, che nel 1996 Yad Vashem le conferì la Medaglia dei Giusti, e che nel 1999 il suo nome è stato dato a una sala dell'Istituto di Scienze Umane di Lione. Si chiama Élise Rivet e merita di essere conosciuta meglio…

Nata nel 1890 in Algeria, da ufficiale di marina e da una madre alsaziana, ricevette un'istruzione completa: le testimonianze, la sua corrispondenza e i suoi lavori la mostrano fine, colta, molto abile con le mani. Nel 1910, dopo la morte del padre, si trasferisce con la madre a Lione dove lavora in un salone di parrucchiere. A ventidue anni entra nel noviziato del Rifugio di Notre Dame de Compassion, sulla collina di Fourvière. Quando veste l'abito prende il nome di Suor Elisabetta dell'Eucaristia e il motto: « Il sorriso sulle labbra e la Croce nel cuore. »

La sua comunità accoglieva giovani ragazze semi-delinquenti o vagabonde, offrendo loro un ambiente accogliente e una formazione professionale. Suor Elisabetta fu nominata, nel 1917, responsabile di una sezione, poi maestra delle novizie e infine divenne superiora generale nel 1933, mandato che le fu rinnovato tre volte. In tutte questi incarichi, si dimostrò una vera madre, un'educatrice coraggiosa ed energica. Dovrà lottare instancabilmente per la sopravvivenza materiale dell'Opera in un periodo di crisi economica. Inoltre, in uno spirito di conciliazione con il comune, nel 1933 autorizzò degli scavi archeologici sul loro terreno, in cui nel corso di pochi mesi furono scoperti due teatri gallo-romani. Purtroppo i lavori furono condotti in modo scorretto, senza rispettare i contratti, con un impatto molto negativo sulla vita e sulla missione delle suore. La vendita della proprietà divenne inevitabile. Madre Elisabetta acquistò una casa i cui locali erano inadeguati e in cattive condizioni: fu necessario demolirne una parte e costruire nuovi edifici. Ma anche in una situazione di estrema difficoltà finanziaria, nulla ferma Madre Elisabetta: difende passo dopo passo gli interessi delle sue protette, chiedendo sussidi, sollecitando donazioni e ringraziando calorosamente i benefattori, tra cui lo stesso Presidente Herriot !

« In tutte le sue forme, la prova si abbatte su di me e mi travolge, ma io mi chiamo Élise Rivet e resto rivettata (N.d.t. gioco di parole con il suo cognome. Da Wikipedia: Il rivetto è un elemento meccanico di fissaggio non smontabile. L'unico modo per rimuoverlo è distruggerlo.) al mio Signore ». In una poesia, Fiat d'amour, ritrovata tra le sue carte, grida la sua fiducia: « Gesù schernito, disprezzato, calunniato, tradito, abbandonato da tutti, abbi pietà di me!… Appoggiata sul tuo Cuore, berrò il mio calice, ma versa in me i torrenti dell'amore eterno. Come premio delle mie fatiche, permettimi in cambio di salvare anime. » Firma: « Un'anima nella prova » e conclude « Amen! Fiat! Alleluia! »

Non sa ancora che è nella prova della guerra che darà la piena misura di se.

continua nel prossimo numero ...

 

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