Maggio 2021: L'ora della perseveraza e della fede dei santi

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È l'ora della perseveraza e della fede dei santi (cf. Ap 13,10)

Cari amici, cari giovani amici,

I. Prima d'iniziare

Stiamo entrando nel mese di Maria dell'anno della fedeltà e del coraggio in un contesto sociale ed ecclesiale molto difficile e teso. In un tale contesto, non è stato facile fare la scelta di consegna di cordata appropriata. Ho fatto questa scelta dopo due letture di queste ultime settimane: l'intervista di Philippe de Villiers [politico francese di stampo cattolico], presentando il suo ultimo libro Il giorno dopo e la lettura del libro dell'Apocalisse.

Le lettere alle sette chiese dell'Asia Minore (Ap 2,1-3,22) non possono lasciarci indifferenti. I membri di queste chiese particolari alla fine del primo secolo avevano bisogno di conversione. Il nostro mondo e la nostra Chiesa oggi non hanno forse ancora più bisogno di conversione? Siamo convinti che Gesù sarebbe molto più severo con le nostre chiese particolari di quanto lo sia stato con quelle sette chiese particolari. Soffriamo dolorosamente con Lui per la gravità della contestazione da parte di vescovi, sacerdoti e teologi tedeschi, austriaci e belgi del responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede: non si può benedire una coppia omosessuale. Questa non è un'opinione teologica, ma un richiamo all'insegnamento costante della Chiesa, che si basa sulla Sacra Scrittura. Questa "risposta" non è né una condanna né una discriminazione delle persone omosessuali che vivono in coppia. La Chiesa li ama come li ama Gesù, ma deve amarli nella verità illuminando la loro coscienza per aiutarli a vivere nella fedeltà alla Legge di Dio e alla sua Volontà. Prendiamo sul serio le lettere alle 7 Chiese e convertiamoci.

I castighi di cui parla l'Apocalisse - che ci ricordano le dieci piaghe d'Egitto - non dovrebbero nemmeno lasciarci indifferenti. Discerniamo i segni dei tempi; Dio ci chiama alla conversione. Siamo vicini alle vittime dei cataclismi attuali. Non hanno meritato più di noi di perdere i loro beni o i loro raccolti. Rivolgiamoci a Dio che vuole solo una cosa: benedirci.

L'Ufficio delle Letture della quarta domenica di Pasqua ci ha fatto meditare sulla lotta tra il Drago Rosso e la Donna (Ap 12). Non siamo arrivati al culmine di questa grande battaglia? Il giorno dopo è stato proposto il capitolo 13 dell'Apocalisse. Non staremmo vivendo le lotte descritte in questo capitolo nel mondo e nella Chiesa?

Nel messaggio del Cuore Immacolato di Maria, ispirato a don Gobbi il 3 giugno 1989, il Drago Rosso era l'ateismo marxista che si manifestava con il vigore della sua potenza; la Bestia Nera, invece, agisce nell'ombra, si nasconde, si occulta per poter entrare ovunque: “Le fu concesso di fare guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione” (Ap 13,7). Al versetto 10, leggiamo: “In questo sta la perseveranza e la fede dei santi.” Questa frase si è imposta su di me. Mi è sembrato appropriata per la consegna di cordata di questo mese di maggio 2021. Il resto del capitolo 13 dell'Apocalisse non poteva che confermarmi in questa scelta. San Giovanni, infatti, parla di un'altra Bestia, che ha due corna come un agnello, ma parla come un drago (Ap 13,11). San Paolo VI, il 29 giugno 1972, in un discorso improvvisato, aveva detto: “da qualche fessura [è] entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio”. C’è il dubbio, l’incertezza, la problematica, l’inquietudine, l’insoddisfazione, il confronto. Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. E non avvertiamo di esserne invece già noi padroni e maestri. È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce. Dalla scienza, che è fatta per darci delle verità che non distaccano da Dio ma ce lo fanno cercare ancora di più e celebrare con maggiore intensità, è venuta invece la critica, è venuto il dubbio. Gli scienziati sono coloro che più pensosamente e più dolorosamente curvano la fronte. E finiscono per insegnare: «Non so, non sappiamo, non possiamo sapere». La scuola diventa palestra di confusione e di contraddizioni talvolta assurde. Si celebra il progresso per poterlo poi demolire con le rivoluzioni più strane e più radicali, per negare tutto ciò che si è conquistato, per ritornare primitivi dopo aver tanto esaltato i progressi del mondo moderno. Anche nella Chiesa regna questo stato di incertezza. Si credeva che dopo il Concilio sarebbe venuta una giornata di sole per la storia della Chiesa. È venuta invece una giornata di nuvole, di tempesta, di buio, di ricerca, di incertezza. Predichiamo l’ecumenismo e ci distacchiamo sempre di più dagli altri. Cerchiamo di scavare abissi invece di colmarli.

Cosa possiamo fare di fronte al Drago Rosso, alla Bestia Nera e alla Bestia travestita da pecora? Esercitare la perseveranza, la tenacia, la pazienza, la resistenza e la Fede dei Santi. Philippe de Villiers ha capito che il tempo stava per scadere. Il cardinale Sarah era un profeta: Dio o niente! Con le nostre forze umane non possiamo sconfiggere il Drago Rosso, la Bestia Nera e la Bestia travestita da pecora, ma il Cuore Immacolato di Maria sì. Usiamo dunque in questo mese di Maria l'arma che l'inferno teme tanto: il rosario. Formiamo gruppi di rosari, preghiamo il rosario e affrettiamo il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, come ci ha chiesto Benedetto XVI a Fatima il 13 maggio 2010.

Preghiera introduttiva

Vieni Santo Spirito… Padre Nostro… Ave Maria… Madonna delle Nevi, prega per noi. San Giuseppe, sant’Atanasio, santi Giacomo e Filippo, sant’Andéolo, santa Rosa, beata Carolina, santa Solangia, beata Imelda, san Pasquale, beata Blandina, san Bernardino da Siena, sant’Ivo, santa Rita, beata Elena, santa Giovanna Antida, santa Salome, santa Maddalena Sofia, san Filippo Neri, santa Giovanna d’Arco, beata Elia, beata Maria Celina, santa Petronilla, santi patroni e santi angeli custodi.

Sforzo

La fedeltà alla preghiera quotidiana del rosario e lo zelo per diffonderla.

Parola di Dio: Ap 13, 1-18

E vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. La bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il drago le diede la sua forza, il suo trono e il suo grande potere. Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita. Allora la terra intera, presa d'ammirazione, andò dietro alla bestia e gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia, e adorarono la bestia dicendo: "Chi è simile alla bestia e chi può combattere con essa?".  Alla bestia fu data una bocca per proferire parole d'orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo  nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo. Le fu concesso di fare guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione. 8 La adoreranno tutti gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita dell'Agnello, immolato fin dalla fondazione del mondo. Chi ha orecchi, ascolti: Colui che deve andare in prigionia, vada in prigionia; colui che deve essere ucciso di spada, di spada sia ucciso. In questo sta la perseveranza e la fede dei santi. E vidi salire dalla terra un'altra bestia che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, ma parlava come un drago. Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. Opera grandi prodigi, fino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. Per mezzo di questi prodigi, che le fu concesso di compiere in presenza della bestia, seduce gli abitanti della terra, dicendo loro di erigere una statua alla bestia, che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. E le fu anche concesso di animare la statua della bestia, in modo che quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non avessero adorato la statua della bestia. Essa fa sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, ricevano un marchio sulla mano destra o sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: è infatti un numero di uomo, e il suo numero è seicentosessantasei.

II. Le rubriche del taccuino di cordata

1) Disciplina

Rinnovare la nostra disciplina di vita: Non è facile in questi tempi di confinamento, deconfinamento, riconfinamento, mantenere la nostra disciplina di vita. Con la grazia di Dio e l'aiuto dei nostri fratelli e sorelle, manteniamo al meglio e senza tensioni l'equilibrio tra preghiera, lavoro, scambi, vita familiare, momenti all’aria aperta, tempo libero e formazione.

2) Previsioni

Vivere in fiducia, abbandono e gioia, ogni giorno di questo mese di Maria con Gesù e Maria, rifiutando l'angoscia e la paura del “giorno dopo”.

3) Consegna spirituale: È l’ora della perseveranza e della fede dei santi!

Nella prima parte della frase, la parola greca "hupomonê" tradotta con "perseveranza" potrebbe essere tradotta anche con: sopportazione o pazienza e anche resistenza. Queste diverse traduzioni non si contraddicono, ma si completano a vicenda e possono aiutarci a capire meglio ciò che San Giovanni, ispirato da Gesù e dallo Spirito Santo, vorrebbe dirci in questo mese di Maria 2021: di fronte all'odio del Drago Rosso, all'astuzia e alla manipolazione della Bestia Nera e all'azione insidiosa della Bestia travestita da agnello, questa è l'ora della perseveranza, della sopportazione, della pazienza, della resistenza e della Fede dei Santi.

La perseveranza è necessaria in tutta la vita del credente, sia nello studio della Bibbia, sia nell'accettazione delle verità rivelate, sia nella messa in pratica. Una caratteristica dei primi cristiani era la loro perseveranza nella preghiera (At 1,14; 2,42; 12,5). La perseveranza deve essere vissuta anche nella comunione (At 2:42; Sal 133,1) e nell'amore fraterno (Eb 13,1). Si vive anche nella lotta, senza stancarsi né scoraggiarsi (Eb 10,36; 12,1-3) e nella prova (2 Ts 1,4; Da 6,20) mantenendo la Fede (1Tt 1,18-19). A coloro che perseverano, Dio concede la realizzazione delle sue promesse (Eb 6,11-12,15); e una ricompensa (2 Tim 2,5; 4,7-8; Ap 2,10; Jc 1,12). Imitiamo la perseveranza dei primi cristiani, non siamo seguaci di Gesù solo per un momento. Perseveriamo!

La sopportazione è la capacità di mantenere nel tempo un certo livello di intensità richiesto.“Richiamate alla memoria quei primi giorni: dopo aver ricevuto la luce di Cristo, avete dovuto sopportare una lotta grande e penosa, ora esposti pubblicamente a insulti e persecuzioni, ora facendovi solidali con coloro che venivano trattati in questo modo” (Eb 10,32-33). “Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato e avete già dimenticato l'esortazione a voi rivolta come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d'animo quando sei ripreso da lui” (Eb 12,3-5). “Sei perseverante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti. Ho però da rimproverarti di avere abbandonato il tuo primo amore”(Ap 2,3-4). “La tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza” (Rm 5,3-4). Chiediamo a Gesù la grazia di non lasciar spegnere il soffio dello Spirito, il nostro primo ardore. Non viviamo al ritmo lento, non "viviamo su", ma siamo veramente resistenti!

Pazienza: “Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l'opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla.” (Gc 1,2-4). Gesù, nel libro Cum Clamore Valido, una raccolta di messaggi dati dal Cuore di Gesù a una suora prima e durante la seconda guerra mondiale, disse: “Per cantarmi sulla terra un sempre nuovo canto d'amore, la vostra speranza non solo deve essere continuamente alimentata dalla preghiera, ma deve anche essere costantemente sostenuta dalla pazienza. La pazienza, quella virtù della fedeltà invincibile dell'amore, per la quale vi ho detto che ‘possiederete le vostre anime e porterete frutto’ (Lc 8,15 e 21,19), in mezzo alle sofferenze e alle persecuzioni di questa vita. Il nostro Fondatore si rammaricava che le attuali traduzioni francesi [e italiane] della Bibbia preferiscano la parola "perseveranza" a "pazienza" e parlino molto poco dell'anima. Perché, disse, non mantenere la traduzione "pazienza" e non tradurre “animas” con “anime”? Nella vostra “pazienza”, diceva il nostro Fondatore, (in altre parole, nella vostra costanza nel soffrire con amore e fiducia), possederete la vostra "anima". Cioè, la tua anima rimarrà tua, liberamente, senza cadere nella schiavitù del peccato e della morte spirituale. Non solo sarete salvati, ma vittoriosi sul male e sul maligno, nonostante la sofferenza e le persecuzioni. Nel capitolo 8, versetto 15 del Vangelo secondo San Luca, si tratta, dice ancora il Padre, della parabola del seme che cade in terre diverse: ci sono grani che cadono in terra buona, cioè “coloro che, avendo ascoltato la Parola, la conservano in un cuore nobile e buono e 'fructum afferunt in patientia'”. Non è una questione di costanza o perseveranza. Si tratta di pazienza “nel dolore”, perché nel dolore si partorisce il frutto della vita. Il nostro Fondatore ha concluso dicendo che Gesù ha promesso ai suoi apostoli che avrebbero portato frutto in mezzo alla sofferenza e alla persecuzione (cfr. Gv 15). Sviluppiamo dunque la pazienza, la virtù della fedeltà invincibile dell'Amore, e così possederemo la nostra anima in questo tempo di grande tempesta!

Resistere significa fare fronte, voltarsi, tenere duro, tenere testa, opporsi. San Giovanni Paolo II, Lech Walesa e il coraggioso sacerdote Jerzy Aleksander Popiełuszko, cappellano di Solidarność, martirizzato il 19 ottobre 1984, sono modelli di resistenza eroica. Essi, insieme al popolo polacco, hanno fatto cadere il regime comunista in Polonia senza spargimento di sangue. La nostra Chiesa ha urgente bisogno di “veri resistenti” a loro immagine, per opporsi senza violenza ma nella determinazione della Fede a tutte le dittature che vorrebbero imporre una nuova forma di vita nella società senza Dio, in contraddizione con i valori non negoziabili, la Carta della Famiglia, la libertà religiosa e la libertà dei figli di Dio. Questi resistenti spirituali vogliono edificare il "giorno dopo" = la civiltà dell'Amore. La Vergine Maria a La Salette, il 19 settembre 1846, aveva detto: “Rivolgo un pressante appello alla terra; chiamo i veri discepoli del Dio vivente e regnante nei cieli; chiamo i veri imitatori del Cristo fatto uomo, l'unico e vero Salvatore degli uomini; chiamo i miei figli, i miei veri devoti, coloro che si sono dati a me affinché li conducessi al mio Figlio divino, coloro che porto, per così dire, tra le mie braccia, coloro che hanno vissuto del mio spirito; infine, chiamo gli Apostoli degli ultimi tempi, i fedeli discepoli di Gesù Cristo... È ora che escano e illuminino la terra. Andate e mostratevi come i miei figli prediletti; io sono con voi, in voi, purché la vostra fede sia la luce che vi illumina in questi giorni di sventura. Possa il vostro zelo rendervi affamati della gloria e dell'onore di Gesù Cristo. Combattete, figli della luce, voi pochi che vedete, perché questo è il tempo dei tempi, la fine delle fini.” Il combattimento a cui ci chiama la Vergine Maria è, ovviamente, il combattimento secondo il Vangelo, secondo le Beatitudini, secondo la Fede dei Santi. Allora, come diceva Madre Maria Augusta, andiamo avanti nelle nostre scoperte d'Amore e siamo apostoli e testimoni dell'Amore di Dio. Questa è davvero l'ora della perseveranza, della sopportazione, della pazienza, della resistenza e della Fede dei Santi. Che il Cuore Immacolato di Maria sia il nostro rifugio e la nostra forza.

4) Formazione

Potremmo approfondire i messaggi dal 6 maggio al 15 settembre 1989, ispirati dal Cuore Immacolato di Maria a don Gobbi (cf. il Libro blu del Movimento Sacerdotale Mariano).

5) Missione

Con l'aiuto di San Giuseppe, aiutiamo i nostri amici e familiari a recitare il Rosario. Uniamoci al “Maratone della preghiera” lanciato da Papa Francesco in questo mese di maggio per chiedere la fine della pandemia per l’intercessione della Vergine Maria. Accogliamo nelle nostre case una delle statue pellegrine della Madonna delle Nevi e viviamo un mese di Maria fervente, amorevole e gioioso nonostante le prove.

6) Condivisione

Affidiamo alle vostre preghiere il processo che avrà luogo il 6 maggio presso il tribunale amministrativo di Lione. Prepariamo bene la festa di Pentecoste e affidiamo i giovani allo Spirito Santoper mezzo del Cuore Immacolato di Maria. Abbiamo già annunciato i voti perpetui dei nostri frati Jean-Daniel e Stanislas sabato 12 giugno 2021. Annunciamo un'altra gioia: i voti perpetui delle suore Jeanne-Lorraine e Katéri, sabato 4 settembre 2021. Grazie per le vostre preghiere e offerte per vocazioni di apostoli dell'Amore.

In unione con Madre Magdeleine e i nostri frati e suore, vi assicuro le nostre preghiere per tutte le vostre intenzioni. Con voi, imploriamo il Cuore Immacolato di Maria affinché la Chiesa ritrovi la sua unità nella Verità e nella Carità e collabori con le Nazioni per costruire la civiltà dell'Amore. Nostra Signora delle Nevi vi mantenga nella Fede dei Santi. Grazie per la vostra generosità.

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