In un comunicato stampa del 21 ottobre, Aiuto alla Chiesa che Soffre lancia l'allarme:

«Più di 5,4 miliardi di persone, quasi due terzi dell'umanità, vivono in Paesi che non rispettano la libertà religiosa.
Ventiquattro paesi sono classificati nella categoria peggiore, quella delle persecuzioni. Violazioni gravi e sistematiche, che comportano violenza, arresti e repressione, possono riguardare oltre 4,1 miliardi di persone in paesi come Cina, Corea del Nord, India, Nigeria e Nicaragua. Nel 75% di questi Paesi (18 su 24), la situazione è peggiorata.

Trentotto paesi sono classificati come soggetti a discriminazioni religiose, che potenzialmente colpiscono più di 1,3 miliardi di persone (il 17,3% della popolazione mondiale). In questi paesi, come Egitto, Etiopia, Turchia e Vietnam, i gruppi religiosi devono affrontare restrizioni in materia di culto, espressione e parità di diritti.»

Sono state individuate tre tendenze principali come fonte di persecuzione:

«1- I regimi autoritari: I poteri oppressivi pongono sempre più il controllo e la repressione legale della religione al centro della loro strategia di consolidamento, in particolare in Cina, Eritrea, Iran e Nicaragua.

2- La violenza jihadista: l'estremismo religioso si sta intensificando, in particolare nell'Africa occidentale e centrale, dove i gruppi jihadisti stanno estendendo il loro controllo, prendendo di mira le comunità cristiane e musulmane che non aderiscono alla loro ideologia.

3- Il nazionalismo religioso: la strumentalizzazione dell'identità etnica e religiosa viola i diritti delle minoranze, in particolare in India e Myanmar.

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