L'Inno Akatistos
o il trionfo della Madre di Dio a Costantinopoli
Nel 626, di fronte all'avanzata degli Avari e dei Persiani verso Costantinopoli, il Patriarca Sergio consacrò la città alla Santa Madre di Dio. Pochi giorni dopo, la città fu liberata dall'assedio dei nemici. In azione di grazia per questo straordinario miracolo, fu composto l'inno noto come Inno Acatisto, che celebra la Santa Vergine Maria, Madre di Dio.
Un «akathistos» è un inno che, nel rito greco, viene recitato in piedi. Il famoso Inno Acatisto è un poema acrostico alfabetico composto da ventiquattro strofe, quante sono le lettere dell'alfabeto greco con le quali progressivamente ciascuna inizia. L'inno segue, attraverso le antifone, la storia della Madre di Dio, dal giorno dell'Annunciazione fino alla Natività. Poi, nelle ventiquattro strofe, elenca le qualità, le virtù e i titoli della Santa Vergine, iniziando ogni volta con le parole: «Ave», riprendendo così le prime parole del saluto angelico alla Vergine, nel giorno dell'Annunciazione.
Meditiamo su un estratto:
“Ave, per Te la gioia risplende;
Ave, per Te il dolore s'estingue.
Ave, salvezza di Adamo caduto;
Ave, riscatto del pianto di Eva.
Ave, Tu vetta sublime a umano intelletto;
Ave, o stella che il Sole precorri;”
Come detto, questo inno acatisto celebra la sconfitta dell'esercito degli Avari e dei Persiani davanti alle mura della capitale bizantina. Questo impero minacciava da diversi anni i paesi del Mediterraneo. L'obiettivo finale dei Persiani era la conquista della «capitale del mondo»: Costantinopoli.
Immaginiamo la scena. Dall'esterno, l'imperatore Eraclio impartisce i suoi ordini: costruzione di armi da lancio, rafforzamento delle mura, ecc. All'interno delle mura di cinta, il patriarca di Costantinopoli si assume le sue responsabilità. Affida la città alla Santa Madre di Dio, la Vergine Maria, facendo dipingere, su ogni porta della città, il suo ritratto .
Il nemico si presenta davanti alle mura il 29 luglio 626. Sicuro della vittoria, invia un'ambasciata per negoziare: «Non siete né uccelli, per fuggire attraverso i cieli, né pesci, per fuggire attraverso le acque», fanno presente. Gli Avari chiedono la completa resa della città. Ma i cittadini, fiduciosi nella potente mediazione della Vergine Madre, respingono gli ambasciatori.
Mentre la flotta persiana si avvicina alle mura della città attraverso la baia del Corno d'Oro, si scatena una violenta tempesta che mette in fuga il nemico. L'assedio della città durò dieci giorni, al termine dei quali l'esercito assediante dovette ritirarsi. Questa provvidenziale sconfitta fu all'origine del rapido crollo di questo fiorente impero.
Così si conclude l'Inno Acatisto:
«Grande ed inclita Madre, Genitrice del sommo fra i Santi, Santissimo Verbo, or degnati accogliere il canto! Preservaci da ogni sventura, tutti! Dal castigo che incombe Tu libera noi che gridiamo: Alleluia!»

