In Altum

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Sinodo sulla sinodalità : i nuovi peccati

Pubblicato nella sezione (In Altum n° 165)

Il Sinodo, che riprenderà in ottobre, si aprirà con una liturgia penitenziale che comprenderà soprattutto la confessione pubblica dei nostri peccati. Ecco l'elenco : peccato contro la pace, il creato, le popolazioni indigene, i migranti; peccato degli abusi; peccato contro le donne, la famiglia, i giovani; peccato della dottrina usato come pietra da scagliare contro; peccato contro la povertà e peccato contro la sinodalità, cioè la mancanza dell’ascolto, comunione e partecipazione di tutti.

Il cardinale Müller, nominato al Sinodo da papa Francesco, non ha usato mezzi termini di fronte a questa lista di nuovi peccati : « Il catalogo dei peccati presentato […] si legge come una checklist delle ideologie woke e gender, un po' faticosamente mascherata sotto una veste cristiana, a parte alcuni misfatti che gridano verso il cielo.

« [...] Non c'è alcun peccato contro l'insegnamento della Chiesa, che sarebbe usato come arma, perché l'insegnamento degli apostoli dice che la salvezza non si trova in nessun altro nome se non in quello di Cristo (At 4,12). Ed è per questo che Luca, ad esempio, ha scritto il suo Vangelo (Lc 1,1-4), affinché fossimo « convinti della solidità degli insegnamenti » in cui siamo stati istruiti nella fede salvifica in Gesù il Messia, il Figlio di Dio. E Paolo descrive il compito dei vescovi come garanti dell'insegnamento trasmesso dagli apostoli (1 Tm 6). L'insegnamento della Chiesa non è [...] una teoria accademica sulla fede, ma la presentazione razionale della Parola di Dio rivelata (1 Pt 3,15), che desidera che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità attraverso l'unico mediatore tra Dio e gli uomini : l'uomo Cristo Gesù [...].

Non c'è nemmeno il peccato contro una sorta di sinodalità usata come mezzo di lavaggio del cervello per screditare i cosiddetti conservatori come arretrati e farisei sotto mentite spoglie, e per far passare le ideologie progressiste che negli anni '70 hanno portato al declino delle Chiese in Occidente come il culmine delle riforme del Concilio Vaticano II, che sarebbero state fermate da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. La collaborazione di tutti i credenti al servizio della costruzione del Regno di Dio è nella natura stessa della Chiesa, popolo di Dio, Corpo di Cristo e Tempio dello Spirito Santo. Ma non si può relativizzare il ministero episcopale basando la partecipazione al sinodo dei vescovi sul sacerdozio comune di tutti i fedeli e su una nomina pontificia, mettendo così implicitamente da parte la sacramentalità del ministero ordinato e relativizzando, in ultima analisi, la costituzione gerarchica e sacramentale della Chiesa di diritto divino (LG 18-29) [...]. »

 Crediti fotografici : © EpiskopatNews/BP KEP – Flickr

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