In Altum

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Come la Corona di Spine è arrivata in Francia

Pubblicato nella sezione (In Altum n° 159)

I Franchi siedono sul trono di Bisanzio dal 1204, anno in cui i Crociati scacciarono la dinastia degli Angeli, ma i tempi sono molto difficili. L'Impero è stretto da ogni parte da popoli bellicosi. Per l'imperatore Baldovino di Courtenay, che vi regnerà fino al 1261, la difesa della città era la principale preoccupazione. Fu quindi con lo scopo di finanziarla che arrivò a Parigi per incontrare il re Luigi IX, con il quale manteneva anche ottimi rapporti di amicizia. Ma, dopo qualche tempo, i due uomini ricevettero una terribile notizia: Giovanni di Brienne, co-imperatore, è morto; la situazione dell'Impero è al collasso; un altro gioiello era stato appena impegnato, e non il meno importante : la Sacra Corona di Spine di Cristo, il tesoro dei tesori di Bisanzio.

Re Luigi è sconvolto, colpito tanto dall'ipoteca del gioiello quanto dal significato spirituale di un tale sacrilegio. Ma nel Regno di Francia, se c'era un uomo che non si lasciava abbattere, era l'arcivescovo di Sens, amico e consigliere della casa reale. Per lui si trattava di un segno della Provvidenza che avrebbe permesso alla Francia di recuperare l'insigne reliquia. Rapidamente convinto, San Luigi riunì il suo Consiglio: i Veneziani avevano già pagato 35.000 lire di Tours - più di una tonnellata d'oro fino - per la corona, la stessa somma doveva essere quindi versata per riscattarla. Era una somma colossale, anche per il fiorente Regno di Francia, ma sarebbe stata pagata. Il Re la vuole perché, ai suoi occhi, il valore di questa somma è irrisorio rispetto al prezzo pagato da Cristo per la redenzione dell'umanità.

Due religiosi fidati furono rapidamente inviati a Bisanzio. Purtroppo, dal 4 settembre 1238, la Corona era già nelle mani di un veneziano, Nicolas Quirino. In cambio, egli aveva anticipato, come previsto, la somma necessaria per la difesa della città. Quirino era riluttante a restituire la Corona, anche se i francesi gli avrebbero rimborsato il denaro. Le trattative durarono a lungo, ma di fronte all'autorità congiunta del re di Francia e dell'imperatore Baldovino, cedette. La Corona è pronta per essere inviata a Venezia. Fu concordato che lì sarebbe stato firmato l'impegno a pagare la somma richiesta. Francesi e veneziani vengono però informati all'ultimo momento di un piano ordito da parte dell'erede dei legittimi imperatori, che non voleva veder partire uno degli ultimi gioielli della città. Fu quindi con l'astuzia, imbarcando la Corona di notte, prima su una semplice barca da pesca, che la si trafugò. Infine, la galea carica della preziosa reliquia raggiunse l'Italia senza incidenti. Ancora qualche mese di trattative a Venezia, e la Corona prende finalmente la via di Parigi attraverso strade secondarie e sotto forte scorta.

In questa mattina del 1239, tutta Parigi è in festa. Il Re estrae l'insigne oggetto dal suo scrigno di porpora e dal suo doppio reliquiario d'oro e d'argento. Il giorno dopo lo porta, a piedi nudi e in camicia in segno di umiltà, per le strade (sopra) fino al luogo dove sta per far erigere la Sainte Chapelle, come sede definitiva…

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