In Altum

Madonna delle Nevi, plasma il nostro cuore a immagine del tuo.

S. Tommaso Moro

Pubblicato nella sezione (In Altum n° 152)

Tommaso Moro nacque a Londra il 7 febbraio 1478. Suo padre voleva che diventasse un brillante uomo politico, così frequentò le migliori scuole di Londra. Lì studiò brillantemente legge, anche se, per natura, avrebbe preferito formarsi in arte e letteratura. Ricevette anche una buona educazione alla fede e alle virtù dal padre, e anche dal cardinale Morton, cancelliere di Enrico VII, di cui fu paggio.

Fin dalla giovinezza, Tommaso sviluppò una vera vita di preghiera e penitenza, pur rimanendo molto discreto riguardo ai suoi digiuni, anche con gli amici più intimi. Si comunicava e si confessava spesso. In questo periodo pensò di farsi monaco certosino, ma alla fine sposò Jeanne Colt nel 1508 ed ebbe quattro figli; non trascurò nulla per la loro santificazione. Purtroppo sua moglie morì tre anni dopo il loro matrimonio ed egli si risposò con una vedova, Alice Middleton, dalla quale non ebbe figli.

La sua fama di sapiente attirò l'attenzione del giovane principe Enrico VIII, che lo assegnò al suo servizio e, dopo avergli affidato vari incarichi, lo nominò Cancelliere del Regno il 25 ottobre 1529. Tommaso non l'aveva mai desiderato. Non cambiò le sue abitudini di devozione e carità, nonostante le osservazioni di alcuni grandi del regno. Prima di prendere qualsiasi decisione importante faceva la comunione e invocava con fervore lo Spirito Santo.

Oltre alle sue note opere letterarie, come Utopia, pubblicata nel 1516, in cui descrive una società ideale in cui il concetto di proprietà non esiste più, Tommaso Moro lavorò instancabilmente per confutare le eresie di Lutero e dei suoi seguaci.

Intorno al 1527, Enrico VIII chiese il parere del suo cancelliere in merito al suo desiderio di divorziare per risposarsi con Anna Bolena (cosa che fece nel 1533). Tommaso Moro rifiutò di dare il suo appoggio al re, che fece di tutto per convincerlo, tenendolo in grande stima per la sua giustizia e rettitudine. Nel 1531, il Parlamento concesse al re il titolo di capo supremo della Chiesa d'Inghilterra. Tommaso Moro rifiutò categoricamente di accettare questo Atto di Supremazia. Pagò con la vita: dopo lunghi e numerosi interrogatori durante la sua detenzione di circa tre mesi nella Torre di Londra, fu processato per alto tradimento e decapitato il 6 luglio 1535. Il giorno prima il suo grande amico, Giovanni Fisher, vescovo di Rochester, subì la stessa sorte. Si festeggiano il 22 giugno.

Durante la sua prigionia, il re permise alla figlia di Tommaso Moro, Margherita, e a sua moglie di fargli visita, sperando in questo modo di farlo cedere:

« - A Chelsea, disse sua moglie, avevi una casetta, una biblioteca, un frutteto, un giardino e tutte le comodità della vita. In nome del Signore, come puoi restare qui?

- Mia cara moglie, rispose, questa prigione non è forse vicina al paradiso come Chelsea? Quanto tempo pensi che mi resti da vivere?

- Almeno vent'anni.

- Veramente? Se mi avessi detto cento, me ne intendo troppo di affari per rischiare l'eternità al prezzo di un secolo »

Siamo, seguendo il suo esempio, fermi e fedeli, se necessario fino alla morte!

« Me ne intendo tropo di affari per rischiare l'eternità al prezzo di un secolo. »

San Tommaso Moro

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