Settembre 2025 : Siamo apostoli della pace fondata sulla verità, la giustizia, il perdono e l’amore

Settembre 2025: in comunione con Papa Leone XIV, siamo apostoli della pace fondata sulla verità, la giustizia, il perdono e l'amore

I - Prima di iniziare...

Carissimi amici,

rendiamo grazie a Dio per i voti delle nostre suore Bakhita e Jeanne-Marie, per il giubileo dei giovani a Roma, per gli esercizi spirituali per tutti, per gli esercizi spirituali della nostra Famiglia Domini e per tutte le altre attività spirituali a cui hanno partecipato i nostri frati e le nostre suore in questo mese di agosto. Abbiamo vissuto un bellissimo Ferragosto e un giubileo di grazie ad Ars il 21 agosto. Ma il nostro magnificat non deve essere un giubilo superficiale: il Santo Padre non smette di lanciare appelli alla pace. I suoi appelli non vengono ascoltati: la violenza e l’odio crescono nel nostro mondo. Tanti fratelli e sorelle soffrono nel nostro mondo, tante famiglie sono terribilmente provate, non abbiamo il diritto di essere indifferenti di fronte a tante sofferenze. Dio, di sicuro, non è indifferente!

Il 26 agosto la Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato il tema del Messaggio di Leone XIV per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2026. Il Santo Padre inviterà l’umanità a rifiutare la logica della violenza e della guerra, per abbracciare una pace autentica, fondata sull’amore e sulla giustizia. Secondo lui, la pace deve essere disarmata, non fondata sulla paura, sulla minaccia o sugli armamenti, e disarmante, perché capace di risolvere i conflitti, aprire i cuori e generare fiducia, empatia e speranza. Non basterà invocare la pace, scrive, bisognerà incarnarla in uno stile di vita che respinga ogni forma di violenza, visibile o strutturale.

Il saluto di Cristo risorto: «La pace sia con voi» (Gv 20, 19) è un invito rivolto a tutti – credenti, non credenti, responsabili politici e cittadini – a edificare il Regno di Dio e a costruire insieme un futuro umano e pacifico.

Possa questo grande appello di Leone XIV toccarci profondamente in questo mese di settembre. Siamo apostoli credibili della pace con uno stile di vita che cerchi di riprodurre quello di Gesù, mite e umile di cuore, e quello di san Giuseppe e della Madonna!

Preghiera d'introduzione

Vieni Santo Spirito… Padre Nostro… Ave Maria… Madonna delle Nevi, san Giuseppe, beata Dina, santa Madre Teresa, beato Federico Ozanam, san Giovanni-Gabriele, san Gregorio Magno, san Giovanni Crisostomo, san Giuseppe da Cupertino, san Matteo, san Maurizio, san Padre Pio, san Vincenzo de Paoli, beata Chiara Luce, Santi Cosma e Damiano, santa Teresa Couderc, san Venceslao, santi Michele, Gabriele e Raffaele, san Girolamo , santi protettori, santi Angeli custodi.

Fioretto

Il nostro stile di vita quotidiano sia coerente con la 7a beatitudine.

 Parola di Dio: Gv 20, 19-29

La pace che Gesù risorto offre ai suoi apostoli è un dono che Dio vuole concedere agli uomini: “Il Signore benedica il suo popolo nella pace” (Sal 29,11). Egli la dona (Is 55,12), essa viene da Lui (Sal 1,4).

"La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». (Gv 20, 19-29)

II - Le rubriche del taccuino di cordata

1) Disciplina:

In questo periodo di rientro: organizzazione equilibrata della nostra vita tra momenti di preghiera, lavoro, riposo, vita familiare o comunitaria.

 2) Previsioni

Scegliere per i membri della nostra cordata o per noi stessi obbedienze che ci aiutino ad essere veri pacificatori per contribuire a portare la pace dove non c’è.

3) Consegna spiritualeSiamo apostoli della pace fondata sulla verità, la giustizia, il perdono e l’amore

Possiamo fare qualcosa per la pace nel mondo? Sì, certo! Preghiamo, soffriamo, offriamo e viviamo imitando Gesù, Maria e Giuseppe! Leone XIV ha chiesto alla Chiesa universale una giornata di preghiera e digiuno per la pace, lo scorso 22 agosto, in occasione della festa di Maria Regina. Il giorno dopo, ha detto ai membri della rete internazionale dei legislatori cattolici: “desideriamo una prosperità umana autentica. Desideriamo un mondo in cui ogni persona possa vivere in pace, libertà e pienezza secondo il disegno di Dio.” Citava poi sant’Agostino: nella storia umana, due “città” sono strettamente legate: la Città dell’Uomo e la Città di Dio”...

  • Quella dell'Uomo è “fondata sull’orgoglio e sull’amore di sé, è caratterizzata dalla ricerca del potere, del prestigio e del piacere”.
  • Quella di Dio è “fondata sull’amore di Dio fino all’altruismo, caratterizzata dalla giustizia, dalla carità e dall’umiltà”.

I legislatori e i funzionari cattolici sono invitati dal Successore di Pietro a essere “costruttori di ponti tra la Città degli uomini e la Città di Dio... a lavorare per un mondo in cui il potere sia sotto la signoria della coscienza e la legge sia al servizio della dignità umana... a rifiutare la mentalità pericolosa e autodistruttiva che sostiene che nulla possa mai cambiare... Abbiamo anche bisogno di una «politica della speranza» e di un’«economia della speranza», ancorate nella convinzione che, anche oggi, per grazia di Cristo, possiamo riflettere la sua luce nella città terrena.

Così, con le nostre preghiere e le nostre offerte, possiamo ottenere delle grazie per i capi delle Nazioni affinché cerchino le vie per una pace giusta e duratura, nella verità, nell’amore e nel coraggio del perdono che disarma gli avversari. Preghiamo e offriamo generosamente per la pace!

– La vera pace esige l’obbedienza alla Legge naturale rivelata nei 10 comandamenti.

Santa Madre Teresa diceva il 3 febbraio 1994 a Washington: 

La minaccia più grande che grava oggi sulla pace è l’aborto, perché abortire significa fare la guerra al bambino, al bambino innocente che muore per mano della propria madre. Se accettiamo che una madre possa uccidere il proprio figlio, come potremmo dire agli altri di non uccidersi? Come persuadere una donna a non abortire? Il paese che accetta l’aborto non insegna al suo popolo ad amare, ma a usare la violenza per ottenere ciò che vuole. Ecco perché il più grande distruttore dell’amore e della pace è l’aborto”.

Per Madre Teresa non poteva esserci pace finché nel mondo fosse esistito un aborto legale. Solo 21 Stati nel mondo rifiutano oggi (in parte) di legalizzare l’aborto. Gli Stati che lo hanno legalizzato – tra cui la Francia e l’Italia! – vogliono legalizzare l’eutanasia, che è un ulteriore ostacolo al dono della pace che Dio vuole concedere. Siamo coerenti nelle nostre decisioni attraverso la nostra obbedienza incondizionata alla Legge naturale, che Dio ci rivela nei 10 comandamenti e che vale per tutti gli uomini senza eccezioni. Questo è ciò che dobbiamo incarnare nel nostro stile di vita!

– Gesù ci chiama nella settima Beatitudine ad essere pacifici e non pacifisti.

Qual è il significato della settima beatitudine: “Beati gli operatori di pace” (Mt 5,9)? Il termine greco «eirënopoï» significa «coloro che fanno la pace», ovvero coloro che mettono la pace laddove non esiste. Gesù ci chiama quindi ad essere pacifici e non pacifisti. Il pacifista professa la cosiddetta non violenza. Ma vivere in pace rimanendo indifferenti alle sofferenze dei nostri fratelli che stanno in guerra è in contraddizione con la settima Beatitudine che richiede il coraggio di impegnarsi, fino al pericolo della propria vita, per portare la pace laddove non c’è, per proteggere gli innocenti e le famiglie. San Giovanni Paolo II non ha mai smesso di dire che bisognava disarmare gli aggressori.

Possa il nostro stile di vita rivelare che non cederemo alla paura di cui parlava San Giovanni Paolo II nel suo ultimo libro Alzatevi! Andiamo!:

Per un apostolo, la testimonianza resa alla verità è essenziale. E questo richiede sempre forza. La più grande debolezza dell’apostolo è la paura. È la mancanza di fede nella potenza del Maestro che risveglia la paura; quest’ultima opprime il cuore e stringe la gola. L’apostolo smette allora di professare. Rimane apostolo? I discepoli che abbandonarono il Maestro aumentarono il coraggio dei carnefici. Chi tace di fronte ai nemici di una causa li incoraggia. La paura dell’apostolo è il primo alleato dei nemici della causa: «costringere al silenzio con la paura». Il terrore utilizzato da ogni dittatura è calcolato sulla paura degli apostoli. Cristo non si è lasciato terrorizzare dagli uomini. Uscito tra la folla, ha detto con coraggio: «Sono io».

Siamo testimoni coraggiosi della verità, della giustizia, dell’amore, del perdono!”

– Siamo sempre veritieri imitando i santi e vivendo la « Veritatis Splendor ».

Per essere pacifici dobbiamo “fare la verità”. Gesù disse a Nicodemo: “Chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.” (Gv 3,21). Gesù si è dichiarato la via, la verità e la vita (Gv 14,6). Ha rivelato che quando lo Spirito di verità sarebbe venuto, ci avrebbe guidato alla verità tutta intera (Gv 16,13). San Giovanni Battista ha avuto il coraggio di denunciare l’adulterio di Erode. È un martire della verità. San Giovanni Paolo II, in collaborazione con il cardinale Joseph Ratzinger, ha pubblicato l’importante enciclica Veritatis Splendor. Saremo veramente pacifici solo se avremo il coraggio della verità. Siamo testimoni della Verità che è Gesù, come lo sono stati san Tommaso d’Aquino, san Tommaso Moro e tanti altri santi!

– Il nostro stile di vita deve rivelare che vogliamo essere giusti. Il nostro modello è san Giuseppe.

Essere giusti significa rendere a ciascuno ciò che gli spetta. Questa giustizia è fondamentale per la causa della pace. Il modello dell’uomo giusto è san Giuseppe (Mt 1, 19). Egli è un uomo giusto perché osserva i 10 comandamenti di Dio. Imitando san Giuseppe nell’obbedienza alla Legge di Dio, saremo giusti e renderemo a ciascuno ciò che gli spetta. In questo modo serviremo la vera pace!

– La giustizia stretta non basta, diceva san Giovanni Paolo II, bisogna perdonare!

Non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono: non mi stancherò mai di ripetere questo monito a coloro che, per un motivo o per l’altro, nutrono in sé odio, desideri di vendetta, istinti distruttivi” (1° gennaio 2002).

In questo stesso messaggio, San Giovanni Paolo II riprendeva il tema agostiniano: 

la vera pace è frutto della giustizia”, e il perdono non vi si oppone poiché non consiste nel rinunciare alle legittime esigenze di riparazione dell’ordine leso”. Il perdono mira piuttosto a quella pienezza di giustizia che porta alla tranquillità dell’ordine, che è molto più di una fragile e temporanea cessazione delle ostilità: è la guarigione in profondità delle ferite che insanguinano gli animi. Per questa guarigione, sia la giustizia che il perdono sono essenziali”.

Tale convinzione era il frutto dell’esperienza di vita di San Giovanni Paolo II e della sua constatazione delle indicibili sofferenze dei popoli e degli individui, compresi molti dei suoi amici e conoscenti, causate dai totalitarismi nazista e comunista.

San Giovanni Paolo II ha ricordato più volte che non si può uccidere in nome di Dio! Riteneva che la giustizia e il perdono fossero anche la via per la risoluzione del conflitto nel Medio Oriente. Il ricorso continuo ad atti di terrorismo o di guerra non porta a nulla e la pace potrà venire solo dalla ricerca equa dei diritti e delle esigenze di ciascuno. Siamo strumenti di pace imitando Gesù che ha chiesto al Padre di perdonare coloro che lo avevano condannato perché non sapevano ciò che facevano. Ribadiamolo: il perdono disarma gli avversari!

– Apostoli di pace mediante l’apostolato irresistibile dell’Amore!

Abbiamo spesso ricordato l’intuizione di Madre Marie-Augusta ispirata dal Cuore di Gesù riguardo all’apostolato irresistibile dell’Amore. Esercitiamo questo apostolato irresistibile dell’Amore in famiglia o in comunità, nel mondo del lavoro, degli studi, nel tempo libero, saremo allora pacificatori credibili e pellegrini di pace.

– La Regina della pace e la sua profezia: il mio Cuore immacolato trionferà!

È a Fatima, il 13 luglio 1917, che la Vergine Maria ha detto: Alla fine il mio Cuore immacolato trionferà e un certo tempo di pace sarà dato al mondo. Il piano di Dio Padre è che la testa del serpente sia schiacciata dalla Vergine Maria, la Donna, la nuova Eva, come viene profetizzato nel libro della Genesi (3,15). Dio vuole, infatti, che il serpente, Lucifero o Satana, sia sconfitto dalla Donna che egli ha sedotto con l’inganno e la menzogna. La nuova Eva trionferà per preparare il Regno di Gesù, il Signore dei signori, il Re dei re, il Principe della pace. Siamo testimoni della profezia di Fatima, che non è condizionata, e partecipiamo con maggiore convinzione e determinazione ai primi sabati del mese!

4) Formazione

Vi invitiamo a conoscere l’essenziale della dottrina sociale della Chiesa, che mira alla pace nella verità, nella giustizia, nel perdono e nell’Amore.

5) Azione

In questo Anno Santo, attraverso la Chiesa, Gesù ci manda in questo mondo per essere pellegrini di speranza sulle vie della pace. Alziamoci! Andiamo!

6) Condivisione

Vi auguriamo un buon inizio di anno scolastico. Grazie per essere venuti così numerosi alla professione dei voti perpetui delle suore Bakhita e Jeanne-Marie, il 30 agosto. Grazie per le vostre preghiere e la vostra generosità. Affidiamo alle vostre preghiere i postulanti e novizi che hanno appena fatto un pellegrinaggio a Le Laus e a La Salette. Vi benedico affettuosamente e vi assicuro la preghiera e l’affetto di Madre Hélène e delle nostre suore e dei nostri frati. Siamo uniti nell’amore e preghiamo, soffriamo, offriamo per tutti coloro che soffrono a causa delle guerre, del terrorismo e di altre violenze!

Père Bernard

 

Che cosa vuoi fare ?
Consulta la consegna spirituale
Settembre 2025 : Siamo apostoli della pace
Informati sulle nostre novità
Iscriviti alle nostre attività
Prega in diretta l'ufficio divino
Fòrmati con i nostri dossiers