Ottobre 2023: con la Beata Vergine Maria del Rosario, aumentiamo il nostro zelo missionario!
Ottobre 2023: Chiediamo alla Beata Vergine Maria del Rosario la grazia di un’anima ardente e missionaria per far conoscere e amare Gesù
I - Prima di iniziare...
Cari amici, cari giovani amici,
Dopo aver approfondito le ricche meditazioni di don Gobbi sulla preghiera di Maria, sulla fede di Maria, sulla santità di Maria e sull’amore di Maria, viviamo questo mese del rosario chiedendo alla nostra Madre celeste di farci partecipi dell’ardente animo missionario di Gesù, di San Paolo e dei Santi Paolo VI e Giovanni Paolo II.
Non restiamo passivi di fronte all’assalto del male nel mondo. Lo Spirito Santo ci chiama a sviluppare un’anima ardente e missionaria per far conoscere e amare Gesù. Con la preghiera del rosario, il Cuore Immacolato di Maria ci otterrà la grazia di essere testimoni zelanti e coraggiosi di Gesù, Via, Verità e Vita. Alziamoci! Andiamo!
Preghiera introduttiva
Madonna delle Nevi, santa Teresa del Bambino Gesù, venerabile Delia, San Francesco, Santa Faustina, San John-Henry Newmann, San Bruno, San Dionigi, beato Carlo Acutis, San Giovanni XXIII, Santa Teresa d’Avila, Santa Margherita Maria, San Luca, Santa Bertilla, Sant’Orsola, San Giovanni Paolo II, Beata Clotilde, Santi Simone e Giuda, Beata Chiara Luce, Santi Angeli custodi.
Sforzo:
preghiamo il rosario con fiducia e desideriamo che i cuori delle persone di buona volontà si aprano a Gesù, il Figlio di Dio incarnato, l’unico Salvatore dei peccatori.
Parole de Dieu : 1Co 9, 1-27
Guai a me se non annuncio il Vangelo!
"Non sono forse libero, io? Non sono forse un apostolo? Non ho veduto Gesù, Signore nostro? E non siete voi la mia opera nel Signore? Anche se non sono apostolo per altri, almeno per voi lo sono; voi siete nel Signore il sigillo del mio apostolato. La mia difesa contro quelli che mi accusano è questa:
non abbiamo forse il diritto di mangiare e di bere? Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna credente, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli del Signore e Cefa? Oppure soltanto io e Bàrnaba non abbiamo il diritto di non lavorare? E chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta una vigna senza mangiarne il frutto? Chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del latte del gregge? Io non dico questo da un punto di vista umano; è la Legge che dice così. Nella legge di Mosè infatti sta scritto: Non metterai la museruola al bue che trebbia. Forse Dio si prende cura dei buoi? Oppure lo dice proprio per noi?
Certamente fu scritto per noi. Poiché colui che ara, deve arare sperando, e colui che trebbia, trebbiare nella speranza di avere la sua parte. Se noi abbiamo seminato in voi beni spirituali, è forse gran cosa se raccoglieremo beni materiali? Se altri hanno tale diritto su di voi, noi non l'abbiamo di più? Noi però non abbiamo voluto servirci di questo diritto, ma tutto sopportiamo per non mettere ostacoli al vangelo di Cristo. Non sapete che quelli che celebrano il culto, dal culto traggono il vitto, e quelli che servono all'altare, dall'altare ricevono la loro parte? Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunciano il Vangelo vivano del Vangelo.
Io invece non mi sono avvalso di alcuno di questi diritti, né ve ne scrivo perché si faccia in tal modo con me; preferirei piuttosto morire. Nessuno mi toglierà questo vanto! Infatti annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo.
Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto come Giudeo per i Giudei, per guadagnare i Giudei. Per coloro che sono sotto la Legge pur non essendo io sotto la Legge mi sono fatto come uno che è sotto la Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la Legge. Per coloro che non hanno Legge pur non essendo io senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo mi sono fatto come uno che è senza Legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono senza Legge. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. Ma tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch'io.
Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona che appassisce, noi invece una che dura per sempre. Io dunque corro, ma non come chi è senza mèta; faccio pugilato, ma non come chi batte l'aria; anzi tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché non succeda che, dopo avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato." (1Co 9, 1-27)
II - Le rubriche del taccuino di cordata
1) Disciplina: organizzazione
Facciamo le cose più piccole con metodo, disciplina, una tempistica pianificata e rispettata, calma interiore, senza agitazione o stress..
2) Previsioni:
Prepariamo la festa di Nostra Signora del Rosario e di San Giovanni Paolo II, che ha detto più volte: "Il Rosario è la mia preghiera preferita". I grandi Santi di questo mese di ottobre lavorano con noi per aumentare il nostro zelo missionario e preparare il Regno del Cuore di Gesù promesso a Paray-le-Monial: "Regnerò nonostante Satana e i suoi servi".
3) Consegna spirituale: Chiediamo alla Beata Vergine Maria del Rosario la grazia di un’anima ardente e missionaria per far conoscere e amare Gesù.
a) Imitiamo San Paolo
San Paolo, nella sua prima lettera ai Corinzi, rivela il suo ardente spirito missionario: Guai a me se non annuncio il Vangelo! Si levano voci contrarie: abbiamo ancora bisogno di "evangelizzare" i non cristiani, non è forse sufficiente entrare in dialogo con loro? Rispettiamo la "libertà di coscienza" evangelizzando persone di altre religioni? La Chiesa non dovrebbe rimanere il piccolo gregge? Perché voler portare tutte le nazioni nella Chiesa?
Il Concilio Vaticano II è esplicito: ha certamente invitato al dialogo con tutti i popoli, ma ha anche invitato alla missione verso tutti i popoli nel decreto Ad Gentes = "verso le Nazioni".
L’8 dicembre 1975, san Paolo VI promulgò un’importante Esortazione apostolica sull’evangelizzazione nel mondo moderno: Evangelii nuntiandi.
Il 7 dicembre 1990, san Giovanni Paolo II ha ricordato "il valore permanente del precetto missionario" nell’Enciclica Redemptoris Missio: “La missione di Cristo redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento. Al termine del secondo millennio dalla sua venuta uno sguardo d’insieme all’umanità dimostra che tale missione è ancora agli inizi e che dobbiamo impegnarci con tutte le forze al suo servizio. È lo Spirito che spinge ad annunziare le grandi opere di Dio: «Non è infatti per me un vanto predicare il Vangelo; è per me un dovere: guai a me se non predicassi il Vangelo!» (1 Cor 9,16). […] Sento venuto il momento di impegnare tutte le forze ecclesiali per la nuova evangelizzazione e per la missione ad gentes.” (RM 1 e 3)
Lo stesso Papa rispose chiaramente alle obiezioni al precetto missionario: Cristo è l’unico Mediatore, l’unico Salvatore. Non possiamo essere salvati senza di Lui, perché non ci sarà un’altra incarnazione. Non dobbiamo tacere! (cf. RM 11). “L’annunzio e la testimonianza di Cristo, quando sono fatti in modo rispettoso delle coscienze, non violano la libertà.” (RM 8) “La missione è un problema di fede, è l’indice esatto della nostra fede in Cristo e nel suo amore per noi. […] La chiesa e, in essa, ogni cristiano non può nascondere né conservare per sé questa novità e ricchezza, ricevuta dalla bontà divina per esser comunicata a tutti gli uomini. Ecco perché la missione, oltre che dal mandato formale del Signore, deriva dall’esigenza profonda della vita di Dio in noi.” (RM 11).
Incidiamo nel nostro cuore queste parole del grande Papa missionario, che è stato Giovanni Paolo II: “Coloro che sono incorporati nella chiesa cattolica devono sentirsi dei privilegiati, e per ciò stesso maggiormente impegnati a testimoniare la fede e la vita cristiana come servizio ai fratelli e doverosa risposta a Dio, memori che «la loro eccellente condizione non è da ascrivere ai loro meriti, ma a una speciale grazia di Cristo; per cui, se non vi corrispondono col pensiero, con le parole e con le opere, lungi dal salvarsi, saranno più severamente giudicati».” (RM 11)
La Beata Vergine del Rosario ci ottenga la grazia di un’anima ardentemente missionaria!
b) Gesù è il nostro grande modello.
Egli ci dice: "Sono stato mandato", "Sono venuto" (Mc 1,38 e 50 citazioni). Egli è, infatti, l’inviato dal Padre. Non dimentichiamo che la parola "missionario" deriva dal latino "missus" e ha lo stesso significato della parola "apostolo", che deriva dal greco "inviato". Il missionario, come l’apostolo, è inviato da Dio attraverso Gesù e la sua Chiesa. Deve imitare Gesù!
In che modo Gesù è stato il grande Missionario?
- 1) Con la sua totale obbedienza al Padre. Il suo unico desiderio era quello di "fare la volontà di Colui che lo ha mandato" (Gv 4,34); di "compiere solo le opere che il Padre suo gli chiede di fare" (Gv 9,4); di "dire solo ciò che il Padre gli chiede di dire" (Gv 8,26).
- 2) Con i suoi trent’anni di vita nascosta. Gesù ha svolto la sua prima missione nascosta in uno spirito di perfezione. Ha spazzato e lavorato nell’officina di Nazareth e ha dato gloria al Padre. In questi 30 anni di vita nascosta, ha espiato i peccati di disobbedienza e di orgoglio di tutti gli uomini attraverso i suoi atti di umiltà, di obbedienza e di esercizio dell’umile dovere di stato, offerto con grande amore. La sua ardente passione missionaria interiore era la Gloria di suo Padre e la Salvezza delle anime. Santa Teresa di Gesù Bambino è diventata la Patrona secondaria delle missioni imitando Gesù nelle virtù della vita nascosta per la salvezza delle anime. Tutti noi possiamo imitarla in questo modo.
- 3) Con i suoi tre anni di intensa vita pubblica in cui fu Tutto a tutti e tutto al Padre suo! Gesù doveva dare luce ai peccatori: ha predicato molto. Con quale zelo e ardore andava incontro a tutti: ai poveri (Lc 5,12ss), ai peccatori (Lc 7,36), ai ricchi (Lc 19,1). Era veramente il Buon Pastore alla ricerca delle pecorelle smarrite (Gv 10, 1-18). Imitiamo gli apostoli e i grandi missionari, tra cui San Francesco Saverio, patrono delle missioni. Siamo più zelanti per la Missione!
- 4) Mediante il sacrificio della Croce. Gesù ha accettato molto generosamente il compimento della sua Missione. Ha sopportato la "lotta dell’agonia", il sudore di sangue. Gesù ha detto al Padre suo: "Non la mia volontà, ma la Tua" (Lc 22,42). "È "l’amore fino alla fine" (Gv 13,1) che dà al sacrificio di Cristo il suo valore di redenzione e di riparazione, di espiazione e di soddisfazione. Egli ci ha conosciuti e amati tutti nell’offerta della sua vita" (CCC 616). Il Catechismo riassume l’intera missione redentrice di Cristo: riscattare i prigionieri che eravamo pagando il prezzo per liberare gli schiavi del diavolo (Redenzione); riparare tutte le offese fatte a Dio dal peccato originale e dai peccati personali di tutti gli uomini (Riparazione); espiare tutte le pene dei nostri peccati accettando di soffrire la Passione al nostro posto (Espiazione); soddisfare perfettamente la Giustizia divina "facendo abbastanza" perché tutti i peccatori possano essere salvati (Soddisfazione).
Prima di morire, Gesù disse: "Tutto è compiuto". Potremmo interpretare queste parole in questo modo: "Ho compiuto perfettamente la mia Missione!" Sì, Gesù ha veramente, con la sua Croce, radunato nell’unità i figli di Dio dispersi (Gv 11,51; Ef 2,14-16). La Missione di Gesù è, in ultima analisi, la Missione della carità perfetta. Egli ha dato se stesso perché noi diventassimo figli di Dio. Tutti possono dire: "Mi ha amato, ha dato se stesso per me" (Gal 2,20).
Amare! Comprendiamo tutto ciò che questa parola significa per Gesù? San Francesco d’Assisi, san Padre Pio, santa Faustina, Marthe Robin, madre Maria Augusta e tanti altri hanno arricchito la missione della Chiesa accettando di amare soffrendo e di soffrire amando per la Salvezza delle anime e la Gloria di Dio. Cerchiamo di essere abbastanza generosi da seguire le loro orme e condividere la Missione materna della Vergine Maria: far nascere le anime per il Paradiso attraverso la nostra unione con il sacrificio redentore di Cristo. Con la preghiera del rosario, la Vergine Maria ci renderà partecipi della sua missione materna, che precede e arricchisce la missione degli apostoli.
c) Benedetto XVI
Nel suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2006, Benedetto XVI diceva: “La carità, anima della missione”. “La missione se non è orientata dalla carità, se non scaturisce cioè da un profondo atto di amore divino, rischia di ridursi a mera attività filantropica e sociale. L’amore che Dio nutre per ogni persona costituisce, infatti, il cuore dell’esperienza e dell’annunzio del Vangelo, e quanti l’accolgono ne diventano a loro volta testimoni. L’amore di Dio che dà vita al mondo è l’amore che ci è stato donato in Gesù, Parola di salvezza, icona perfetta della misericordia del Padre celeste. Il messaggio salvifico si potrebbe ben sintetizzare allora nelle parole dell’evangelista Giovanni: “In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui” (1 Gv 4,9).
Il mandato di diffondere l’annunzio di questo amore fu affidato da Gesù agli Apostoli dopo la sua risurrezione, e gli Apostoli, interiormente trasformati il giorno della Pentecoste dalla potenza dello Spirito Santo, iniziarono a rendere testimonianza al Signore morto e risorto. Da allora, la Chiesa continua questa stessa missione, che costituisce per tutti i credenti un impegno irrinunciabile e permanente.” “Essere missionari significa allora amare Dio con tutto se stessi sino a dare, se necessario, anche la vita per Lui. Quanti sacerdoti, religiosi, religiose e laici, pure in questi nostri tempi, Gli hanno reso la suprema testimonianza di amore con il martirio! Essere missionari è chinarsi, come il buon Samaritano, sulle necessità di tutti, specialmente dei più poveri e bisognosi, perché chi ama con il cuore di Cristo non cerca il proprio interesse, ma unicamente la gloria del Padre e il bene del prossimo. Sta qui il segreto della fecondità apostolica dell’azione missionaria, che travalica le frontiere e le culture, raggiunge i popoli e si diffonde fino agli estremi confini del mondo.”
Ha scritto inoltre Benedetto XVI nel 2009:
“La spinta missionaria è sempre stata segno di vitalità delle nostre Chiese (cfr Redemptoris missio, 2). È necessario, tuttavia, riaffermare che l’evangelizzazione è opera dello Spirito e che prima ancora di essere azione è testimonianza e irradiazione della luce di Cristo (cfr Redemptoris missio, 26) da parte della Chiesa locale, la quale invia i suoi missionari e missionarie per spingersi oltre le sue frontiere. Chiedo perciò a tutti i cattolici di pregare lo Spirito Santo perché accresca nella Chiesa la passione per la missione di diffondere il Regno di Dio e di sostenere i missionari, le missionarie e le comunità cristiane impegnate in prima linea in questa missione, talvolta in ambienti ostili di persecuzione.”
“Ci guidi nella nostra azione missionaria la Vergine Maria, stella della Nuova Evangelizzazione, che ha dato al mondo il Cristo, posto come luce delle genti, perché porti la salvezza “sino all’estremità della terra” (At 13,47).”
d) Il padre Lucien-Marie Dorne
Il nostro Fondatore, riassumendo il carisma degli Apostoli dell’Amore, di cui Madre Maria Augusta è il fondamento, ci dice: "Gesù è l’"Inviato", il Missionario del Padre (Gv 8,42). Coloro che Cristo ha chiamato a seguirlo sono uniti a Lui non solo per la propria salvezza e felicità, ma anche per condividere l’amore del suo Cuore per il Padre e per i fratelli. Egli deve continuare la sua missione per dare gloria a Dio e combattere contro il nemico per la salvezza di molti. Così i membri della Famiglia Missionaria di Nostra Signora, sostenuti dalla Madre del Redentore, la Corredentrice per eccellenza, devono entrare con tutto il cuore nei disegni di amore misericordioso della Santissima Trinità.
L’unione con Dio, la vita di imitazione del Servo del Padre, è un modo concreto di cooperare fruttuosamente alla missione di Gesù. La preghiera, l’amore riparatore, la sofferenza espiatoria unita al Cuore di Gesù schiacciato dai peccati degli uomini (e noi siamo tra questi) ci rendono, in una certa misura, corredentori. Infatti, è per grazia e nella misura del fervore della nostra anima che saremo strumenti della missione del Salvatore. Se la preghiera e l’amore sofferente rimangono sempre gli elementi necessari ed essenziali, la Famiglia Missionaria di Nostra Signora è chiamata ad un’attività esterna che si arricchisce di quella interiore. Seguendo le orme di Nostro Signore, i suoi membri devono entrare in contatto con gli esseri umani per vivere e far vivere l’amore divino. Nessuno di loro sarà esclusivamente contemplativo. Ognuno, secondo la sua grazia particolare, sarà testimone di Cristo per la crescita della Chiesa".
Adiamo avanti per un mese di ottobre ferventemente missionario con Nostra Signora del Rosario!
4) Formazione
Vi invitiamo ad approfondire i testi Evangelii nuntiandi (Paolo VI, 1975) o Redemptoris missio (Giovanni-Paolo II, 1990).
5) Azione, missione
Nessuna eresia dell’azione: attenzione all’attivismo! Un vero missionario è un contemplativo in azione.
6) Condivisione
Ringraziamo per la bella giornata dei voti di suor Camille. Affidiamo alle vostre preghiere il raduno dei Focolari amici, il pellegrinaggio-ritiro dei nostri postulanti e novizi, il pellegrinaggio degli adolescenti a Lourdes, gli esercizi spirituali per tutti a Sélestat e Bergerac e i raduni delle Guide e dei Rovers d’Europa. Dall’11 ottobre al 19 marzo: una grande novena a san Giuseppe per il Sito della Madonna delle Nevi e la nomina del nuovo vescovo di Viviers. Vi terremo informati.
Vi benedico con affetto, ringraziandovi per le vostre preghiere, il vostro affetto e la vostra generosità e assicurandovi le preghiere e l’affetto di Madre Hélène e dei nostri frati e suore.
Père Bernard