Il 2 ottobre il Dicastero per la Dottrina della Fede ha reso pubblica una risposta a cinque dubia formulati a luglio dai cardinali Brandmüller, Burke, Sandoval Íñiguez, Sarah e Zen Ze-kiun. Questa procedura consiste nel porre domande al Papa su punti controversi della dottrina, in modo che la sua risposta tolga ogni dubbio che possa sorgere. Le domande riguardano la possibilità di un'evoluzione della dottrina della Chiesa secondo i cambiamenti culturali di ogni epoca; la possibilità di benedire le coppie omosessuali; la natura sinodale della Chiesa; la possibilità dell'ordinazione sacerdotale delle donne; la necessità o meno del pentimento per ricevere l'assoluzione. Il dicastero ha risposto l'11 luglio, ma di fronte all'ambiguità delle risposte, i cardinali hanno riformulato i loro dubbi, lasciando la possibilità di rispondere solo sì o no. Alla fine, il DDF ha reso pubblica la risposta di luglio, ma le nuove domande sono rimaste senza risposta.

Alla fine di settembre, il DDF aveva già risposto ad altri 10 dubia, formulati dal cardinale Duka a nome dei vescovi cechi, sul tema della possibilità di dare la comunione ai divorziati risposati. La risposta, firmata dal prefetto, cardinale Fernández e approvata dal Papa, ricorda che « è ogni persona, individualmente, che è chiamata a porsi davanti a Dio e a esporgli la propria coscienza, con le sue possibilità e i suoi limiti ». Il testo spiega che « Francesco mantiene la proposta della piena continenza per i divorziati risposati in una nuova unione, ma ammette che ci possono essere difficoltà nel praticarla e quindi permette in certi casi, dopo un adeguato discernimento, l'amministrazione del sacramento della riconciliazione anche se non si è in grado di essere fedeli alla continenza proposta dalla Chiesa. » Poiché questa risposta sembra andare contro l'insegnamento della Scrittura, del Concilio di Trento, di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, la serie di dubia non è finita.

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